“Non mi potevo difendere”: Arisa, doloroso retroscena della cantante

“Non mi potevo difendere”: Arisa, doloroso retroscena della cantante. Le dure parole riguardanti il suo passato. Da non credere!

Dopo il debutto sul palco del Festival di Sanremo con il brano Sincerità, il caschetto corto ed i grossi occhiali da vista, la celebre cantante Arisa nel corso del tempo ha vissuto mille vite e cambiato un numero ancora più impressionante di pelli e look. Dallo stile underground a X Factor ai lunghi capelli biondi da bambolina a Ballando con le stelle, fino ad arrivare al look sensuale e più ‘aggressivo’ del presente.

Arisa Nerdyland

Ma che cosa si nasconde dietro ad una personalità così poliedrica? In una vecchia intervista la cantante ha di fatto usato delle parole molto dure per parlare del suo passato: “Non mi potevo difendere”. Ma a che cosa avrà voluto riferirsi di fatto dicendo così? Scopriamolo subito.

“Non mi potevo difendere”: Arisa, il doloroso retroscena

Come abbiamo anticipato fin dall’inizio del nostro articolo, la talentuosa e poliedrica cantante Arisa ha vissuto nel corso della sua esistenza tantissime vite diverse sia da un punto di vista professionale che personale. A tal proposito, in diverse occasioni la cantante ha parlato del suo passato senza celare parole talvolta anche molto dure. “Non mi potevo difendere” ha dichiarato in una vecchia intervista. Ma a che cosa ha voluto riferirsi di fatto con quelle parole?

In pratica Arisa da bambina è stata vittima di bullismo, come lei stessa ha raccontato sia a Ballando con le Stelle che in una passata intervista pubblicata sul quotidiano il Corriere della Sera. “Gli altri si sentivano in diritto di farmi quello che volevano, tanto non mi potevo difendere”. Ha raccontato. “Mi dicevano sempre che puzzavo”. Ed è proprio così che la cantante ha svelato senza mezzi termini quello che per lei è stato un retroscena molto doloroso della propria infanzia, riportando anche qualche aneddoto più preciso. “Alle medie non ero certo tra le ragazzine più carine. I compagni mi prendevano in giro per il naso o perché non avevo tanti vestiti” ha inoltre aggiunto. “Mio padre ha sempre avuto gli animali e capitava che portasse a pascolare le pecore vicino la strada dove passava l’autobus con i miei amici. Hanno iniziato a chiamarmi pecora”. Ha infine concluso.

Arisa Nerdyland

Un ricordo davvero difficile, che ha lasciato su Arisa il segno di non poche cicatrici. Anche se oggi è ormai diventata una cantante affermata e famosissima che non solo può difendersi da sola, ma che può anche farsi portatrice, come di fatto fa, di messaggi positivi contro il bullismo, il body shaming e l’odio dilagante sui social network. “Mi è servito tantissimo” ha poi rivelato sempre a tal proposito. “Anche adesso mi è rimasta quella cosa che non vengo considerata ‘una di loro’. Però adesso io ho i mezzi fortunatamente. Il destino mi ha dato la possibilità di avere un megafono dal quale poter dire la mia”.

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