Il piccolo grande mago dei videogame | A 6 anni campione. E i genitori…

Il piccolo grande mago dei videogame è esistito davvero ed è diventato campione a soli 6 anni: il sogno di ogni bambino.

Chiunque sia nato a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 ha conosciuto il mondo dei videogame sin dalla più tenera età ed ha passato pomeriggi interi a completare i livelli di Super Mario o ad affinare la tecnica di combattimento con Ryu e Ken a Street Fighter. In quel periodo fatato, in cui l’infanzia si mischiava ai sogni, tantissimi bambini hanno sognato di poter diventare “Il piccolo mago dei videogame”.

Bambino che gioca ai videogame
Bambino che gioca ai videogame: il campione (nerdyland.it)

Gli e-sport all’epoca erano qualcosa che non si poteva nemmeno immaginare, ma il gaming competitivo era diventato realtà proprio nel 1990, quando l’azienda leader di mercato del periodo (Nintendo) ha organizzato il Nintendo World Championship. Da quella primissima iniziativa ne nacquero molte altre ed i campionati mondiali di videogame competitivi divennero la norma.

Il merito anche in questo caso è da attribuire tutto alla casa di Kyoto, visto che il Nintendo World Championship altro non era che la seconda parte di una campagna pubblicitaria studiata nei minimi dettagli per allargare ulteriormente la popolarità del proprio brand negli Stati Uniti.

Il primo passo fu proprio “Il piccolo grande mago dei videogame”, un film girato ad Hollywood e trasmesso in tutte le sale cinematografiche del mondo che raccontava la storia di Jimmy, un bambino di 9 anni che decide di scappare di casa dopo la morte della sorella e disgregazione dell’unità familiare che ne consegue. Durante questo viaggio, in cui si riunisce con il fratello Corey, si scopre il fenomenale talento di Jimmy per i videogiochi.

Il fenomenale talento di Jimmy convince il fatello ad iscriverlo ad un torneo di videogiochi locale in cui il primo premio sono 50mila dollari, una cifra che potrebbe consentire alla famiglia di riunirsi. Il finale, se non l’avete visto, lo immaginerete già. Dopo aver visto quel film qualsiasi bambino appassionato di videogiochi ha sognato di raggiungere l’incredibile risultato del protagonista del film.

Il piccolo grande mago dei videogame esiste davvero

Sull’onda del successo commerciale del film, (la stampa ha criticato aspramente la pellicola perché altro non era che un gigantesco product placement con tanto di presentazione in anteprima di SuperMario Bros. 3), Nintendo ha organizzato l’anno successivo la competizione mondiale, che prevedeva una fase preliminare in varie città americane e la finalissima a Las Vegas.

Il torneo fu diviso in tre categorie: under 11, fascia 12-17 e 18+. Gli sfidanti dovevano partecipare tre gare: Super Mario, Rad Racer e Tetris. Il punteggio di SuperMario si sommava a quello di Rad Racer per 10 e a quello di Tetris per 25 ed il totale veniva effettuato direttamente dalla cartuccia creata per la competizione. Colui che riusci a emulare le gesta di Jimmy è stato l’11enne Jeff Hansen, vincitore della categoria under 11.

Il più giovane campione del mondo di videogame

Oggi questi ricordi appartengono alla preistoria del mondo dei videogiochi e ogni anno escono bambini fenomenali, in grado di giocare agli e-sport con abilità che lasciano basiti anche i più esperti e persino i videogiocatori professionisti. L’età per entrare nel gaming competitivo si fa sempre più bassa e c’è chi, tra i genitori, incoraggia il talento e la propensione dei figli incoraggiandoli a dedicare buona parte della giornata agli allenamenti.

La diffusione degli e-sport e l’aumento di bambini che partecipano a competizioni nazionali e mondiali ha fatto innalzare l’allarme sociale. Sull’impatto del videogame competitivo sono usciti numerosi studi, alcuni dei quali sottolineano la possibile nascita di una dipendenza da gioco che nelle fasi successive della vita potrebbe portare a problematiche sociali (sull’argomento c’è stato un ampio dibattito proprio quest’anno dopo la presentazione del libro del senatore Cangini, Cocaweb).

Bambino che gioca ai videogame
Bambino che gioca ai videogame: il campione (nerdyland.it)

Come in tutti i campi non bisogna però demonizzare lo strumento, bensì educare all’utilizzo, e dunque prendere dei provvedimenti che limitino i danni come quello preso dal parlamento olandese con il quale le loot box e tutte le forme di “pseudo azzardo” presenti nei videogame sono diventate vietate per i minori di 18 anni.

L’ingresso negli e-sport dei bambini non porta necessariamente a conseguenze negative ed anzi proprio questo allenamento ha permesso a tanti ragazzi di diventare dei professionisti e fare della loro passione un mestiere anche abbastanza remunerativo. Ancora oggi il più giovane professionista del mondo videogame dei videogame è stato un bambino che nel 2008 è diventato il più giovane di sempre ad entrare nella Major League Gaming americana a soli 6 anni.

L’anno successivo il piccolo campione di Halo, il cui nick name era Lil Poison, è stato il più giovane a classificarsi secondo al torneo di Halo di Chicago. Il ragazzo, il cui vero nome è Victor De Leon III, ha continuato a giocare per tutta l’adolescenza, ma alla fine ha deciso di abbandonare le competizioni e dedicarsi a tutt’altro. Ancora oggi è una leggenda di questo settore e detiene il Guinness World Record come più giovane giocatore professionista della storia. Sul suo record e sulla sua infanzia dedicata agli e-sport è stato anche girato un documentario intitolato proprio Lil Poison.

Articolo di Fabio Scapellato

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