Tecnologia contro il negazionismo | L’Olocausto rivive in realtà virtuale

Contrastare antisemitismo e negazionismo con la realtà virtuale. È l’iniziativa di un museo che sfrutta la tecnologia per far fronte al rischio che uno dei periodi più bui della storia recente venga dimenticato

“Il pericolo dell’oblio c’è sempre. Una come me ritiene che tra qualche anno sulla Shoah ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella”. Lo ha dichiarato la senatrice a vita Liliana Segre alla presentazione delle iniziative promosse a Milano in vista del 27 gennaio, Giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto.

Un museo sull'Olocausto con immagini e testimonianze in realtà virtuale
L’iniziativa per contrastare l’antisemitismo (Nerdyland / Foto Ansa)

Ma non solo perché antisemitismo e negazionismo sono una piaga difficile da arginare. Ecco allora che sulla base di questi presupposti è stata sviluppata un’iniziativa che, sfruttando la realtà virtuale, vuole contrastare il rischio di “dimenticare” uno dei periodi più bui del secolo passato.

La tecnologia per raccontare l’Olocausto: realtà virtuale contro l’antisemitismo

Il progetto è di un museo americano nello stato dell’Illinois, l’Illinois Holocaust Museum and Education Center, ed è stato sviluppato dopo che ci si è resi conto del costante ed inarrestabile aumento, sui socia, di post di natura antisemita. Come sottolineato dal CEO Susan Abrams che ha spiegato: “in questo momento storico, in cui stiamo assistendo a un aumento dell’antisemitismo, la tecnologia diventa fondamentale, per fare in modo che alla fine milioni di persone possano vivere queste esperienze”. Semplicemente indossando delle visiere sarà possibile immergersi nell’orrore dell’Olocausto iniziando un impressionante viaggio nel tempo a tu per tu con gli orrori di quel periodo, dai vagoni merci colmi di deportati ai campi di sterminio nazista, il tutto accompagnati dalle toccanti testimonianze di chi allora c’era ed è riuscito a sopravvivere.

Sono due le esposizioni dedicate proprio a queste testimonianze ovvero “The Journey Back: A VR Experience”, e “The Abe & Ida Cooper Survivor Stories Experience”. Ma lo spettatori non si limiterà a osservare e ascoltare passivamente in quanto avrà anche la possibilità di fare domande agli ologrammi dei sopravvissuti e ricevere messaggi in real time, frutto di 40 ore di interviste registrate e digitalizzate per ‘dar forma’ alle risposte. Tra i sopravvissuti ci sono ad esempio il 93enne ungherese George Brent, portato via dalla sua casa perché ebreo e che racconterà la sua terribile storia, compreso il ritrovamento di un album intitolato “The Auschwitz Album” in una libreria nel 1981, all’interno del quale sono presenti le foto del papà e di lui stesso da ragazzino. Immagini che Brent, oggi preoccupato per il rischio che i luoghi della memoria possano un giorno scomparire completamente, utilizzò per ‘dimostrare’ a tutti che era stato davvero deportato ad Auschwitz.

Un’esperienza immersiva a 360 gradi

Seduti su sedie girevoli, i visitatori potranno osservare un vero e proprio ambiente a 360 gradi, immergendosi completamente in quel periodo. Per imprimere ancor meglio nella propria mente le pagine di storia che non possono e non devono essere dimenticate. “Essere immersi con un visore per la realtà virtuale smuove le persone in un modo diverso”, ha confermato la Abrams a Nbc News.

Esperienza immersiva a 360 gradi
Museo dell’Olocausto con realtà virtuale (Nerdyland / Foto Pixabay)

“Invece di leggere qualcosa o guardare qualcosa passivamente – ha proseguito – sei coinvolto”. Aggiungendo inoltre che le testimonianze rappresentano il modo “più potente per sviluppare empatia e comprensione della nostra comune umanità”. In un periodo storico nel quale bastano due semplici emoji, una stella di David ed un topo, per fare propaganda neonazista.

Articolo di Daniele Orlandi

Impostazioni privacy