Il principe William chiama Microsoft: stretta al commercio illegale, controlli moltiplicati

Una collaborazione tra il principe William e Microsoft sarebbe possibile? A quanto pare, sì: vediamo su che cosa è stata fatta.

Se una società del calibro di Microsoft sceglie volontariamente di collaborare con una figura molto importante, è probabile che vi sia una ragione dietro piuttosto particolare. Può succedere per via di un fattore economico, dunque l’azienda riceverà un compenso molto alto a lungo andare, oppure perché si condividono degli obiettivi specifici che dovrebbero essere portati a termine in seguito.

Principe William Microsoft
Il principe William chiama Microsoft – Nerdyland.it

Ed è per tale ragione che il Duca di Cambridge, di recente, ha voluto visitare la sede centrale di Microsoft, con il fine preciso di scoprire le nuove tecnologie di scansione – basate sull’intelligenza artificiale – per poter rilevare più facilmente i prodotti illegali relativi alla fauna selvatica. Ogni anno ne vengono trafficati tantissimi per via degli aeroporti internazionali, dunque contribuire all’interruzione di questa attività è più importante di altre.

IA contro la vendita di animali selvatici: collaborerà al progetto anche il Principe William

Il Principe William è stato attirato da questa strumentazione per via della sua grande efficacia. Il progetto, che prende il nome di SEEKER, ha dimostrato più e più volte di avere delle potenziali capacità nel rilevare eventuali animali selvatici nascosti in bagagli e merci, il che significa che è grandiosa come idea se ci pensate. Scoperta questa nuova IA, ovviamente il Duca di Cambridge ha colto subito l’occasione per saperne di più.

Microsoft collabora con il principe William
Questa collaborazione porterà a degli ottimi risultati? – Nerdyland.it

Allo stato attuale delle cose fermare il commercio illegale di animali selvatici rientra fra gli obiettivi prioritari del Principe William, come anche di quelli di Microsoft come avrete immaginato. Secondo le statistiche è fra i cinque crimini globali maggiormente redditizi, ed il più delle volte viene gestito da diverse reti criminali molto organizzate e di cui non si sa assolutamente niente, se non la “velata esistenza” poiché queste attività persistono al giorno d’oggi e diventano sempre più complicate da intercettare anche per le autorità.

Associazioni come la United for Wildlife, i ranger del Southern Africa WildLife College, i funzionari della UK Border Force e i partner della Financial TaskForce, si occupano da molto tempo di affrontare questi problemi, cercando di mettere in difficoltà i criminali o, quantomeno, di impedire che possano continuare a praticare questi atroci scambi commerciali. Che la IA possa rivelarsi essere un’ottima arma contro i criminali del mercato nero? Non lo escludiamo.

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